Fondazione Critica Liberale   'Passans, cette terre est libre' - Abbiamo scelto come logo la fotografia d'un autentico 'Albero della Libertà ancora vivente. È un olmo che fu piantato nel 1799 dai rivoluzionari della Repubblica Partenopea, Luigi Rossi e Gregorio Mattei, a Montepaone Superiore, paese dello Jonio catanzarese. La scritta &lequo;passans ecc.» era qualche volta posta sotto gli 'Alberi della Libertà' in Francia.
 
Direttore: Enzo Marzo

Dal 1969 la voce del pensiero laico e liberale italiano e della tradizione politica che difende e afferma le libertà, l'equità, i diritti, il conflitto.

"Critica liberale" segue il filo rosso che tiene assieme protagonisti come Giovanni Amendola e Benedetto Croce, Gobetti e i fratelli Rosselli, Salvemini ed Ernesto Rossi, Einaudi e il "Mondo" di Pannunzio, gli "azionisti" e Bobbio.

volume XXIV, n.232 estate 2017

territorio senza governo - l'agenda urbana che non c'è

INDICE

taccuino
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67. paolo bagnoli, la nostra preoccupazione
68. coordinamento democrazia costituzionale, appello alla mobilitazione per una legge elettorale conforme alla Costituzione
106. comitati unitari per il NO al “rosatellum”, l’imbroglio degli imbrogli
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territorio senza governo
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69. giovanni vetritto, l’italia del “non governo” locale
73. pierfranco pellizzetti, alla ricerca del civismo perduto
79. antonio calafati, le periferie delle metropoli italiane
84. paolo pileri, molta retorica, pochi fatti
86. giovanni vetritto, post-marxisti inutili
88. valerio pocar, primo comandamento: cementificare
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astrolabio
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89. riccardo mastrorillo, finanziare sì, ma come?
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GLI STATI UNITI D'EUROPA
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93. sarah lenderes-valenti, la risorsa più grande
94. luigi somma, le democrazie invisibili
97. claudio maretto, la discontinuità paga
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castigat ridendo mores
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100. elio rindone, basta con l’onestà!
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l'osservatore laico
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103. carla corsetti, il principio di laicità
107. gaetano salvemini, abolire il concordato
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terrorismo e religione
109. pierfranco pellizzetti, jihad combattuta alla john wayne
114. alessandro cavalli,quattro cerchi
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lo spaccio delle idee
117. gianmarco pondrano altavilla, cari liberisti, chi conosce un buon medium?
118. luca tedesco, savoia o borbone? lo storico è un apolide
119. gaetano pecora, ernesto rossi, “pazzo malinconico”
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78.92.102. spilli de la lepre marzolina
116. la lepre marzolina, di maio ’o statista
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Critica liberale può essere acquistata anche on line attraverso il sito delle Edizioni Dedalo con transazione crittografata e protetta.
.A ROMA IL FASCICOLO PUO' ESSERE ACQUISTATO ANCHE PRESSO L'EDICOLA DEI GIORNALI IN PIAZZA DEL PARLAMENTO.
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comitato di presidenza onoraria
Mauro Barberis, Piero Bellini, Daniele Garrone, Sergio Lariccia, Pietro Rescigno, Gennaro Sasso, Carlo Augusto Viano, Gustavo Zagrebelsky.

* Hanno fatto parte del Comitato di Presidenza Onoraria: Norberto Bobbio (Presidente), Vittorio Foa, Alessandro Galante Garrone, Giancarlo Lunati, Italo Mereu, Federico Orlando, Claudio Pavone, Alessandro Pizzorusso, Stefano Rodotà, Paolo Sylos Labini. Ne ha fatto parte anche Alessandro Roncaglia, dal 9/2014 al 12/2016.
 
05.02.2018

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Lo spazio dei lettori.
Eventi, segnalazioni, convegni...

la feccia d'italia - - - - - - - i leghisti: secessionisti, razzisti, fondamentalisti, xenofobi, ma soprattutto tanto tanto ignoranti e bugiardi: un dossier sull'omofobia 2000

a cura di riccardo gottardi e felice mill colorni - supplemento all'aggiornamento 3

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Lega Nord
Un anno di dichiarazioni
Libro Bianco sulle posizioni della Lega Nord nei confronti delle persone omosessuali
Indice   
Introduzione
3 I fatti, le dichiarazioni e le azioni
7 Sette mesi di ambiguità
7 La svolta d'agosto
10 La campagna anti-omosessuale
12 Note all’Introduzione
19 Documentazione    20
Introduzione
Lo scorso anno ha registrato una novità nel panorama politico italiano: rimossa per decenni dall’agenda politica, la questione omosessuale è divenuta improvvisamente argomento di accesi dibattiti. Mentre negli altri paesi dell’Europa occidentale analoghe riprese del dibattito pubblico su tale questione hanno sempre avuto luogo come conseguenza di riforme introdotte a difesa dei diritti civili e della “pari dignità sociale” (per usare la formula dell’art. 3 della Costituzione italiana) di una minoranza di cittadini da sempre oggetto di discriminazioni sociali, in Italia si è registrato invece un crescendo di attacchi contro i cittadini omosessuali da parte di una destra politica che non ha mancato occasione per riaffermare la propria estraneità profonda e la propria avversione per i valori etico-politici della democrazia liberale e per i principi di civiltà giuridica tipici e peculiari dell’Europa liberale.
Negli scorsi mesi, seguendo la strada intrapresa fin dal 1989 dai paesi scandinavi, Francia e Germania introducevano riforme miranti a garantire alle famiglie omosessuali parità di trattamento e di opportunità, l’Olanda varava una legislazione che per la prima volta consente agli omosessuali la facoltà di sposarsi secondo le stesse norme previste per gli eterosessuali, l’Unione europea avviava l’attuazione dell’art. 13 del Trattato di Amsterdam, che pone sullo stesso piano le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e quelle fondate sulla razza, la lingua, il sesso, l’etnia, la fede religiosa, ecc.
Solo in Italia, invece, sull’onda delle polemiche sorte per effetto dell’inaudita pretesa vaticana di sospendere per un anno intero nella capitale del paese l’esercizio di una libertà costituzionale fondamentale come il diritto di riunione, si è registrato un crescendo di attacchi da parte della destra politica, che si candida alla guida di uno dei quattro più grandi paesi europei, contro una minoranza pacifica di cittadini. Una campagna che non ha precedenti nella storia dell’Italia repubblicana e delle democrazie europee del dopoguerra, e che non ha sempre suscitato la ripulsa e l’indignazione che ci si sarebbe dovuta attendere da parte delle forze politiche democratiche e della società civile.

Una forza politica si è segnalata per la virulenza dei suoi attacchi nei confronti delle persone omosessuali: la Lega Nord. Tale atteggiamento si è imposto all'attenzione delle cronache perché ha rappresentato una novità nel panorama politico; la Lega Nord si è inizialmente solo aggiunta ai partiti che tradizionalmente o per ideologia hanno sempre avversato le richieste del movimento omosessuale e denigrato le persone omosessuali, e ha poi messo in moto un perverso meccanismo di gioco al rialzo, un gioco nel quale manifestare odio ed esprimere posizioni denigratorie, diffamatorie e razziste nei confronti degli omosessuali veniva presentato come il modo per candidarsi quali migliori rappresentanti dell’Italia cattolica: e ciò senza che da parte del mondo cattolico ufficiale siano giunti inequivoci segnali di rigetto per queste incivili manifestazioni di intolleranza, di estremismo, di disprezzo per la dignità degli individui.
Va sottolineato che, se l'avversione di Alleanza Nazionale (AN), del Centro Cristiano Democratico (CCD) e dei Cristiano Democratici Uniti (CDU) era nota e non suscita stupore, le prese di posizione della Lega Nord rappresentano una totale inversione di tendenza per questo partito.
In passato, ad esempio, e proprio quando la Lega veniva ritenuta, per le sue posizioni separatiste, un movimento più estremista di quel che sarebbe diventata in seguito, un esponente importante della Lega Nord come Roberto Maroni, all’epoca Ministro dell’Interno, aveva manifestato posizioni di larga apertura nei confronti di tutte le principali rivendicazioni del movimento per i diritti civili degli omosessuali; e, in un’intervista rilasciata a Massimo Consoli della rivista “Rome Gay News” nel febbraio del 1996 (che riportiamo integralmente in nota), si era anche dichiarato favorevole non solo al riconoscimento della parità di diritti per le coppie gay, ma perfino all’adozione di bambini da parte di gay single : una rivendicazione, si noti, addirittura non inclusa in nessuno dei progetti di legge in materia di diritti degli omosessuali presentati da varie forze politiche alle Camere negli ultimi anni su sollecitazione dell’Arcigay. Una presunta rivendicazione, in realtà allo stato dei fatti inesistente, contro la quale la Lega ha poi addirittura imbastito una farsesca campagna politica e una raccolta di firme.
Come è ampiamente documentato da questo dossier, oggi Umberto Bossi può sostenere, senza essere per questo squalificato che politico e come uomo, che le campagne per i diritti umani e civili degli omosessuali sono una manovra dei “nazisti che dirigono l’Europa”, dei capitalisti, dei massoni e dei comunisti associati, per “distruggere l’identità dei popoli”; può affermare che anche i più moderati e minimali tentativi di conferire un parzialissimo riconoscimento giuridico alle coppie gay, per attenuare gli sconvolgimenti che eventi tragici della vita possono causare ai conviventi, costituiscono un “atto criminale”. Il suo movimento può impunemente sostenere una campagna di odio e di discriminazione all’insegna di slogan come “bisogna cancellare questi sporcaccioni”. Può farneticare, come è qui ampiamente documentato, che la richiesta di riconoscere parità di diritti per i cittadini omosessuali cela un complotto europeo, capitalista, massonico e comunista, volto a determinare un crollo delle nascite che obblighi ad aprire le porte a orde di immigrati non cattolici. Può imbastire un’intera campagna politica contro una proposta semplicemente inesistente in Italia, come quella delle adozioni da parte delle coppie o di singoli gay, l’asserita “scellerata proposta di affidare i bambini alle coppie gay”, per fomentare una campagna di odio che, come questo dossier documenta, per i suoi toni e i suoi argomenti ha precedenti solo nelle campagne antisemite dei neonazisti. E, con tutto ciò, può continuare a venire accreditato come un rispettabile e accettabile partner di maggioranza, candidato a fare parte del governo dell’Italia nel 2001.

Si è assistito quindi ad una svolta, motivata solo da una sfrenata e irresponsabile demagogia che non esita a flirtare e a fare ampio uso di un armamentario e di una fraseologia tipicamente razzisti, di un movimento che in passato, per certi aspetti, aveva dato voce anche ad istanze progressiste, tanto da vedere di buon occhio il costituirsi dell'associazione LOS, associazione degli omosessuali "padani", il cui presidente è anche giornalista a La Padania (quotidiano della Lega). Una svolta che ha portato la Lega Nord a cavalcare le posizioni della destra clericale e fascista più estreme, ricalcando le opinioni degli esponenti più oscurantisti di quegli ambienti, aggravate dal linguaggio violento tipico del leader leghista.
Si potrebbe pensare che anche in questo la Lega dia voce ad istanze della società italiana inascoltate dal mondo politico, così come al suo nascere aveva dato voce ad un sentimento e ad un malessere molto diffuso nel Nord Italia. Quest'interpretazione risulta però errata, perché ogni sondaggio ed ogni indagine svolta durante lo scorso anno – come riferiamo nel dossier – mostra che oggi in Italia l'accettazione dell'omosessualità da parte della popolazione è in continua crescita, toccando punte che erano quasi impensabili fino a qualche anno fa. La Lega quindi rema contro quella che è la tendenza attuale della società italiana.
Tutto ciò appare tanto più stravagante, oltre che incivile, se si pensa che la Lega si era inizialmente proposta quale rappresentante della parte più economicamente sviluppata del paese, e sulla base di un progetto che, per quanto rozzo, voleva rimarcare proprio l’arretratezza civile, rispetto al Nord, delle altre regioni italiane (che tra l’altro, si argomentava, avrebbe impedito all’Italia di entrare nella zona Euro, facendo perdere alle imprese del Nord l’aggancio con la parte più sviluppata del continente). Dopo che l’Italia, con l’ingresso nell’Euro, ha almeno in parte recuperato il distacco, la Lega si è riciclata: da movimento espressione di uno sviluppo economico regionale tarpato dalla zavorra rappresentata dalle regioni meno sviluppate, a movimento espressione di una cultura contadina, arretrata, tradizionalista a oltranza, clericale, familista, maschilista, antifemminista; e, naturalmente, omofoba. Sono esattamente le caratteristiche che il pregiudizio antimeridionale del Nord era solito attribuire ai “terroni”. (Non a caso, a “terroni d’Europa” Bossi e il suo movimento si candidano, utilizzando nei confronti delle istituzioni comunitarie lo stesso tipo di argomenti utilizzati per decenni dal più demagogico meridionalismo tradizionalista e clericale nei confronti dei governi “piemontesi”).

Una minoranza che è stata perseguitata per secoli come la nostra (esattamente come quella ebraica) non può non avere sviluppato una particolare sensibilità e non può quindi che vivere con allarme una campagna che si nutre di richieste di discriminazione giuridica, di segregazione sociale e di denegazione della pari dignità sociale, e della odiosa diffamazione di cui è stata oggetto in questi mesi, addirittura con l’accostamento, infamante e calunnioso quanto insistentemente suggerito, fra omosessualità e pedofilia (quando invece quasi nessun risalto ha avuto la pubblica denuncia del sostituto procuratore di Milano Pietro Forno sul problema reale dell’omertà [sic] con cui gli ambienti cattolici sono soliti coprire il fenomeno ben altrimenti diffuso di educatori cattolici colpevoli di violenze sessuali sui minori ). È tragicamente facile prevedere come una campagna di odio e di aggressione di questo genere, così irresponsabile e rabbiosa, possa giungere a tradursi, anche là delle stesse intenzioni dei suoi promotori, in episodi di violenza anche fisica, in aggressioni personali nei confronti di singoli individui o in violenze anche peggiori. Come ha dimostrato la stagione del terrorismo, in ogni società ci sono soggetti che non aspettano che di vedersi additata come nemica una categoria di persone diverse dalla maggioranza per sentirsi legittimate a sfogare su di essa la propria aggressività e le proprie frustrazioni. Tra l’altro la nostra è in Italia la sola, fra le minoranze oggetto di diffusi pregiudizi, a non godere della stessa protezione penale contro atti di violenza e intolleranza che è prevista per tutte le altre minoranze oggetto di ostilità sociale diffusa, come proponeva il progetto di legge antidiscriminatorio, affossato proprio per l’irresponsabile ostruzionismo di alcuni parlamentari del Polo.
Ma non meno che dalla campagna del leader della Lega Nord siamo allarmati dal silenzio con cui l’establishment della Repubblica, la sua classe dirigente, le sue istituzioni, i suoi media, la sua classe politica stanno reagendo; o meglio, stanno mancando di reagire. Siamo vivamente allarmati in particolare dal fatto che queste posizioni non siano state tempestivamente isolate, come senza alcun dubbio sarebbe accaduto in qualunque altro paese dell’Europa occidentale. È di qualche mese fa una significativa raccomandazione in materia di diritti degli omosessuali approvata dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa con la maggioranza del 77%. In essa si definisce testualmente la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale come “una delle forme più odiose di discriminazione” (raccomandazione 1474 del 26 settembre): i nostri partner, così come le organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani a cominciare da Amnesty International, considerano da anni la questione dello status dei cittadini omosessuali nient’altro che una semplice, banale e pacifica questione di diritti umani. Come è ovvio che sia, dato che la struttura della discriminazione nei confronti degli omosessuali è identica a quella del razzismo in senso stretto, posto che l’una e l’altro fanno discendere la pretesa di supremazia morale dell’identità maggioritaria da una condizione ascritta, non oggetto di libera scelta, di cui gli individui giudicati indegni della parità di diritti sono portatori.
Siamo allarmati dal fatto che questa campagna razzista sia promossa da quella che è ormai una componente organica di uno dei due maggiori schieramenti politici che si stanno affrontando nelle elezioni politiche. Siamo allarmati dal silenzio fin qui mantenuto dal leader di quello schieramento e dalle dichiarazioni compiacenti se non conniventi di altri suoi autorevoli esponenti che, pur prendendo talvolta le distanze dai toni violenti del capo della Lega Nord, hanno ripetutamente affermato di condividerne nella sostanza le tesi.
Chiediamo conto di questo a chi si candida a guidare il paese. E chiediamo, alle opinioni pubbliche e alle istituzioni internazionali, europee, governative e non governative di vigilanza sul rispetto dei diritti umani, di monitorare con estrema attenzione nei prossimi mesi la situazione italiana, prima che, in caso di vittoria dei portatori di queste posizioni razziste, le persecuzioni che molti discorsi demagogici di politici irresponsabili sembrano preannunciare possano avere effetto.
Ma naturalmente chiediamo prima di tutto ai nostri concittadini elettori di respingere questo ciarpame, e di evitare a tutti noi il discredito che travolgerebbe il nostro paese se a politicanti come questi fosse affidate le sorti dell’Italia.

I fatti, le dichiarazioni e le azioni


Di seguito viene riportato un resoconto delle prese di posizione degli esponenti della Lega Nord nei confronti delle persone omosessuali a partire dal primo gennaio dell'anno 2000 fino al 31 dicembre dello stesso anno. Ognuna di queste dichiarazioni è accompagnata dagli avvenimenti che l'hanno provocata, da alcune reazioni che ha suscitato e dalle azioni che l'hanno seguita.


Sette mesi di ambiguità

Nella prima parte dell'anno, da gennaio a luglio, la Lega Nord sembra non avere un atteggiamento definito sul tema dell'omosessualità. Al suo interno le posizioni sono articolate e si va dal sostegno delle rivendicazioni del movimento omosessuale fino ad un'opposizione aprioristica, passando per una posizione di equilibrata moderazione. In questo periodo sono soprattutto gli amministratori locale della Lega Nord ad esprimersi insieme a parlamentari non di spicco del gruppo leghista. Sia quando il 26 gennaio il Consiglio d'Europa vota a favore dell'inserimento della raccomandazione di non discriminazione in base all'orientamento sessuale nella nuova carta del Consiglio d'Europa1, sia quando il 16 marzo il Parlamento Europeo chiede ai paesi membri di introdurre nel proprio ordinamento il riconoscimento delle convivenze tra omosessuali2, non si assiste ai feroci attacchi leghisti che invece costelleranno la seconda parte dell'anno, anche in occasione di episodi di ben minore rilevanza.

Il 2 febbraio vengono resi noti i risultati di un'indagine svolta dallo Studio Ipotesi per conto di TeleNordEst che interessa le città di Venezia, Vicenza, Padova e Treviso3. Per quanto sondaggi di questo tipo, specie se effettuati non in sede accademica ma commissionati da organi di informazione, vadano sempre presi con le molle, perché spesso orientati dalle indicazioni dei committenti, i dati del sondaggio indicano come la realtà omosessuale sia ancora poco accettata e poco integrata nel tessuto sociale delle zone in questione (il 34% degli intervistati, ad esempio, la ritiene ancora "una patologia"), avvolta in una coltre di pregiudizi che solo lentamente si stanno superando.

Pochi giorni dopo, il 18 febbraio, La Stampa pubblica i risultati di un'indagine Ipsos-Explorer4 "su cosa pensano gli italiani degli omosessuali e dell'omosessualità". Il campione è questa volta rappresentativo solo delle persone di età inferiore ai 55 anni, ma, anche così, ben diverso sembrerebbe il quadro che emerge a livello nazionale rispetto a quello emerso per il NordEst. Si evidenzia una molto migliore comprensione del fenomeno (il 42% ritiene l'omosessualità una caratteristica innata), una più elevata accettazione delle persone omosessuali (per il 66% l'omosessuale è solo "una persona normale con gusti diversi dalla media"), ed una consapevolezza delle difficoltà che a cui gli omosessuali vanno incontro (per il 77% vengono discriminati nella vita sociale) da cui segue un appoggio pressoché unanime alla richiesta di una legge contro le discriminazioni (il 95% è favorevole a leggi che garantiscano agli omosessuali parità di trattamento sul lavoro).
Confrontando i due sondaggi, la società italiana sembrerebbe più aperta di quanto si pensi, pur conservando delle nicchie di pregiudizio. Nicchie che la Lega Nord si appresta a cercare di sfruttare elettoralmente.    

Il 16 marzo si registra la summenzionata votazione del Parlamento Europeo con cui si invitano gli Stati a riconoscere le convivenze tra persone omosessuali. I pochi leghisti presenti si limitano a votare contro5, senza iniziare una bagarre come fanno invece da esponenti di altri partiti. L'unico riscontro da parte leghista è una lettera inviata dal deputato leghista Luciano Dussin al giornale "La tribuna di Treviso" apparsa il 19 marzo,6 lettera che per altro passa piuttosto inosservata, anche perché indirizzata e pubblicata su una testata locale. Si tratta di un intervento dettato dal desiderio di cavalcare la vena d'intolleranza evidenziata nel già citato sondaggio del 2 febbraio sulla popolazione del NordEst. Da rilevare il richiamo alla "difesa dei valori cattolici della nostra gente".
Nel corso della campagna elettorale di aprile per le regionali il tema dell'orientamento sessuale non è praticamente toccato. L'unica nota di colore è offerta dall'on. Umberto Bossi che dà del "Culosevic" a Marco Pannella; il senso dell'insulto resta ancora un po' oscuro, anche se risulta chiaro il riferimento ad asserite tendenze omosessuali del leader radicale.

Il 23 maggio si svolge a Sesto San Giovanni la votazione del consiglio comunale sulla proposta istituzione di un registro delle unioni civili, che a gennaio aveva suscitato molto scalpore tanto da far intervenire anche il Pontefice. All'epoca la Lega Nord non aveva preso posizione ed anche ora la Lega Nord non dà segni di reazione, limitandosi a votare contro il registro insieme alla maggioranza di centro-destra (tranne il consigliere di Forza Italia, co-firmatario della mozione che proponeva l'istituzione del registro), i suoi voti risultano peraltro determinanti7.

Il 27 maggio a Udine il CCD presenta una mozione di condanna delle unioni di fatto, in sostanza una mozione anti-omosessuale8, sulla quale Maurizio Franz capogruppo della Lega, che è uno dei maggiori gruppi consiliari, lascia ai suoi libertà di voto, sostanzialmente quindi non schierandosi. Pochi giorni dopo la mozione viene approvata, ma il gruppo leghista risulta diviso nel voto9, con due consiglieri a favore della mozione, uno contrario e sei astenuti.

Il 7 giugno, nel pieno delle polemiche attorno alla manifestazione del World Pride, i rappresentanti dell'integralista Centro Culturale Lepanto e dall'Associazione Famiglia Domani annunciano una fiaccolata riparatrice fino al santuario del Divino Amore, al fine di ''riparare alle offese dirette alla Chiesa e alla persona del Papa da parte degli omosessuali che parteciperanno alla manifestazione” del World Pride. Al coro delle voci più integraliste del Polo delle Libertà (da Giovanardi del CCD, a Pedrizzi di AN, passando per la on. Burani Procaccini di FI) si aggiunge il deputato leghista Alessandro Cé che invita a "non indugiare troppo" sul World Gay Pride, ma a combattere la battaglia sul piano dei valori morali, "dove il fronte omosessuale è sempre perdente". "Certo, non vi è dubbio che la parata gay sia inopportuna nell'anno del Giubileo e che sia necessario far rispettare le regole minime di pudore - spiega il parlamentare - Ma credo che una forte conflittualità sul World Gay Pride non paghi". Per Cé è imperativo "sottolineare sempre con più forza il concetto di normalità" e "non concedere alcuno spazio di mediazione su questioni fondamentali come ad esempio l'adozione di figli da parte di coppie omosessuali". I vertici della Lega lasciano però solo Cé che viene ignorato anche dalle principali agenzie stampa.

Il 30 giugno il Consiglio d'Europa viene chiamato a deliberare su due raccomandazioni dal titolo "Situazione di lesbiche e gay negli Stati membri del Consiglio d'Europa"10 e "Situazione di gay e lesbiche e dei loro partner rispetto al diritto di asilo ed all'immigrazione negli Stati membri del Consiglio d'Europa"11. La prima invita gli Stati membri ad inserire nel proprio ordinamento il divieto discriminazione basate sull'orientamento sessuale, a revocare ogni legge che rende gli atti omosessuali tra adulti consenzienti perseguibili come atti criminali, a parificare l’età del consenso per omosessuali ed eterosessuali, ad assicurare parità di trattamento nel lavoro, ad adottare una legislazione che dia riconoscimento alle coppie omosessuali; inoltre invita ad inserire l'orientamento sessuale fra i motivi di discriminazione vietati dalla Convenzione Europea dei Diritti Umani.
La seconda invita gli Stati membri a rivedere le proprie politiche nella concessione dell'asilo, affinché venga riconosciuto tale diritto anche agli omosessuali perseguitati sulla base del proprio orientamento sessuale, ad assicurare alle coppie omosessuali formate da un cittadino dello Stato e da un partner di nazionalità straniera gli stessi diritti di residenza delle coppie eterosessuali con un partner straniero.
La seconda raccomandazione è approvata dall'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, la prima, quella più vincolante sia per le modifiche alle legislazioni dei paesi che richiede, sia perché invita alla modifica della Convenzione Europea dei Diritti Umani, non è approvata. Mentre i rappresentanti del centro-destra già avevano accettato l'idea di una sconfitta, trovandosi in minoranza, i rappresentanti della Lega Nord (aderenti al gruppo liberale dell'Assemblea Parlamentare che pure era favorevole alla raccomandazione, e quindi non seguendo le indicazioni del loro gruppo) intraprendono un'operazione di ostruzionismo che porta a rimandare la votazione alla seduta di settembre dell'Assemblea Parlamentare.

Il 4 luglio il Consiglio Regionale del Piemonte approva un ordine del giorno in sostegno del World Pride. La maggioranza di centro-destra a cui partecipa la Lega Nord si spacca su questo voto12. La stessa Lega in parte approva l'ordine del giorno ed in parte si astiene.

Il 13 luglio sul quotidiano "L'Arena di Verona" leggiamo come la Lega Nord locale insieme al gruppo "Famiglia e Civiltà" richieda al vescovo una messa in latino, riparatoria dell'offesa del World Pride. Non manca l'attacco all'Amministrazione comunale per non aver concesso gli spazi per l'esecuzione della messa in rito romano antico13

Il 14 luglio esce su "L'Araldo lomellino" un editoriale firmato dal direttore don Emilio Pastomerlo che suscita la reazione del vicino Arcigay CIG di Milano che organizza per domenica 23 luglio un presidio in piazza Ducale a Vigevano "per manifestare l'indignazione civile per questo esempio di cultura razzista e mercantile verso le minoranze non socialmente protette".14 Il sindaco Ambrogio Cotta Ramusino accetta di buon grado di incontrare una delegazione dell'Arcigay ed anche il segretario provinciale della Lega Nord, Vittorio Braga, dà segnali di apertura; non tanto da portare i suoi in piazza insieme ai manifestanti, ma abbastanza da dichiarare "La Lega non ha nulla contro i gay, certamente non li considera dei malati, ma persone che giustamente vivono in libertà la propria condizione. Una condizione che non si sceglie", anche se dichiara anche: "Noi partiamo dal concetto di salvaguardia della famiglia nel senso stretto del termine: padre, madre, figli. Fermo restando questo presupposto possiamo discutere di tutto, anche dei diritti dei gay", tanto da arrivare a proporre un incontro a livello provinciale "io ritengo che sia molto meglio, se davvero si vuole ragionare sul terreno dei diritti e delle leggi, farlo in un dibattito pubblico al quale partecipino anche le diverse forze politiche, ognuna delle quali dirà come la pensa. Dalla mediazione tra opposte visioni potrebbe uscire qualcosa di buono"15.

La svolta d'agosto

Il 6 agosto appare sui giornali la notizia che è pronta la bozza della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea. Nella bozza presentata vengono incluse le garanzie di parità di diritti per gli omosessuali già previste dal Trattato di Amsterdam. La bozza dopo pochi giorni viene resa disponibile per la consultazione da parte dei cittadini.

Si avvicina il voto di settembre al Consiglio d'Europa che era stato bloccato dalla Lega, nel periodo estivo da anni utilizzato da Bossi per le sue più pittoresche esternazioni. Infatti in un comizio a Ponte di Legno il leader leghista attacca i "comunisti nemici del popolo", utilizzando questa volta come principale argomento proprio la questione omosessuale. Per dimostrare la tesi del "complotto" sfrutta proprio la mancata approvazione della raccomandazione al Consiglio d'Europa, travisandone completamente il senso. "La prova del complotto della sinistra? È dietro l'angolo, in quel provvedimento che stava passando al Consiglio europeo nell'ultima seduta prima delle vacanze grazie alla forza della «lobby omosessuale» e che la Lega ha fermato chiedendo il numero legale. «Si è cercato - spiega il senatur alle famiglie padane che lo guardano adoranti - di assegnare i bambini orfani anche alle coppie omosessuali». Un'iniziativa che esemplificherebbe la filosofia dei «governi di centrosinistra»: «fare sì che le famiglie non facciano più figli. Agendo così sarà necessaria l'immigrazione per importare la manodopera e sarà cancellata l'identità dei popoli» (tratto da "Il Corriere della Sera", 14/08/200016)".

Il 17 agosto Bossi rincara la dose: "Li abbiamo fermati sull'utero artificiale, ma Prodi ha ricominciato con le coppie omosex. Poi c'è stato il Gay-Pride: tutti hanno visto in prima fila il collo grassoccio di Veltroni».17

Il 24 agosto Bossi ribadisce la fantasiosa tesi del "complotto" che sfrutterebbe le coppie omosessuali per impadronirsi del mondo: "La famiglia è lo snodo fondamentale di ogni modello di società. Attaccare questa istituzione - dice a "La Padania" - è fondamentale per la riuscita del progetto di chi vuole creare un dittatura massonica-comunista mondiale". Il "senatur" rileva: "Se passano le famiglie omosessuali che non fanno figli è necessaria l'immigrazione e con essa l'ideologia che riesce a scardinare l'identità dei popoli".

Il 26 agosto i giornali raccolgono le ultime elucubrazioni sempre più dietriste del capo del Carroccio18. Egli infatti dichiara: "Quattro mesi fa sono riusciti a far passare come legittime le coppie omosessuali - ha spiegato - la conseguenza è stata il World Gay Pride di Roma. Adesso vorrebbero permettere le adozioni alle coppie di fatto: ma continueremo ad opporci a questa possibilità. I bambini - ha aggiunto - sono i più indifesi e hanno bisogno di coppie normali". È ovvio che il World Pride non è stata una conseguenza, ma un’iniziativa che tende a rivendicare dignità per le persone omosessuali, e quindi per le loro famiglie, incidendo così sullo stesso disagio e sulla stessa discriminazione che vengono combattuti a livello europeo. Bossi continua poi schierandosi contro l'ipotesi di adozione da parte di coppie di fatto, indistintamente, siano essere omosessuali od eterosessuali, considerando quindi anche le coppie di fatto eterosessuali, che sono la maggioranza delle coppie di fatto, come coppie che non sono "normali". Tale affermazione di Bossi è del tutto pretestuosa sia perché né in occasione del World Pride né in precedenza nessuna proposta, nessun progetto di legge, nessuna rivendicazione ha mai evocato le adozioni da parte di coppie omosessuali, sia perché la Commissione Europea non ha intrapreso nessuna azione in tal senso.
Il capo del Carroccio annuncia anche che partirà entro quindici giorni una raccolta di firme per "dire no ai gay genitori" ed una manifestazione il 7 dicembre a Nizza, durante l'incontro dei capi di Governo dell'UE, che dovrà ratificare la Carta Fondamentale dei Diritti dell'UE.

Il 29 agosto "La Repubblica" riprende le dichiarazioni rilasciate dal capo della Lega al TG1.19 Quello che viene definito il "Bossi-pensiero" è così riassunto dal quotidiano: "Per la prima volta il leader della Lega rivela che c'è un piano di "massoni e comunisti" dietro il magro panorama demografico attuale. Sono loro, i massoni e i comunisti, ad aver ridotto il Paese così. Privilegiano "le famiglie omosessuali, quelle che non fanno figli e l'immigrazione". Risultato: stanno "scardinando l'identità popolare e religiosa". Contro questo "piano" descritto dal Senatur si batte l'altro schieramento, i bravi ragazzi della Lega che puntano sulla "famiglia eterosessuale, sui figli, sui popoli e sulla democrazia". Come dire: scegliete voi cos'è meglio: i gay sponsorizzati dai comunisti e dai massoni o i figli di italiani sostenuti dal leader della Padania?"

La campagna anti-omosessuale


Il 3 settembre Bossi riprende la sua campagna diffamatoria20: "Giù le mani dai bambini. Sporcaccioni non toccate i bambini". E continua: "Per questa nuova battaglia presto ci saranno i nostri gazebo ovunque. Presto si scatenerà la resa dei conti con l'Europa che ha voluto dare i bambini alle coppie omosessuali" fatto che non ha alcun fondamento, visto che mai l'Unione Europea si è mossa in tal senso.

Il 6 settembre viene presentata la ricerca condotta dal sociologo Franco Garelli (uno studioso tutt’altro che “laicista”) sulla sessualità dei giovani, e pubblicate dal "Mulino" con il titolo "I giovani, il sesso e l'amore". Questa conferma, a proposito della percezione sociale dell'omosessualità, una forte tendenza verso una maggiore accettazione sociale di gay e lesbiche.
Il 70% dei giovani intervistati considera eticamente e socialmente accettabile l'omosessualità: una percentuale impensabile nel decennio scorso. Un 15% dichiara di non comprenderla e solo il 15% mostra una completa chiusura. Il presidente dell'Arcigay, Sergio Lo Giudice, dichiara: "Non esiste più l'Italietta anni cinquanta, bacchettona e sessuofobica che sembra essere lo scenario virtuale che ancora oggi ispira atti di governo e decisioni parlamentari. I timori della classe politica italiana, compresa l'attuale maggioranza di centrosinistra, di perdere consensi con una politica più avanzata sui temi della morale sessuale e familiare, sono costantemente disattesi dalla realtà dei fatti. Con la stessa costanza, il voto dei giovani continua a disattendere le aspettative di una politica staccata dai processi reali del paese."

L'11 settembre in un'intervista a "La Repubblica"21 Umberto Bossi riprende la sua campagna anti-omosessuale in vista delle elezioni: "Sta tornando il tempo della famiglia, della famiglia eterosessuale, altro che adozioni omosessuali, e questa sarà la morte dei framassoni, delle loro ideologie. Queste cose alle elezioni esploderanno e allora questi, i framassoni, i Cappuccioni e i loro soci di sinistra saranno morti", e traccia le linee guida del suo programma: "La famiglia è il tema forte. Raccoglierò le firme contro il progetto europeo che vuole riconoscere le adozioni per la famiglia omosessuale. Bisogna cancellare questi sporcaccioni", Bossi ha poi di nuovo annunciato che entro due o tre settimane la Lega organizzerà "gazebo" per raccogliere firme contro "l'estensione dei diritti" alle famiglie omosessuali, precisando però: "Non abbiamo niente contro gli omosessuali. Ma è una cosa diversa inventarsi la famiglia omosessuale. Una roba del genere può esistere solo perché così è possibile bloccare i finanziamenti alle famiglie normali".
Una quantità di dichiarazioni e proteste hanno risposto, nei giorni seguenti, a queste prese di posizione di Bossi.

Il 14 settembre Bossi è alla Fiera del Levante di Bari. In questo periodo nel centro-sinistra si discute della possibile candidatura di Rutelli a futuro premier della coalizione dell'Ulivo. Bossi attacca di nuovo gli omosessuali e si scaglia con pesanti battute contro il figlio adottivo di Rutelli22. Per Bossi la sinistra è colpevole di "una politica contro la famiglia, di aver sostenuto, in alcune sue componenti, un emendamento che, se fosse passato in consiglio d'Europa, avrebbe consentito l'affidamento dei bambini a famiglie omosessuali", arrivando poi a dire: "Ritengo che il prossimo presidente del Consiglio debba dare garanzie di avere una famiglia tradizionale. Famiglia certa e figli certi, insomma..."

A niente serve l'indignazione sollevata dall'attacco al figlio adottivo di Rutelli, il 17 settembre a Venezia, nel "Devolution Day", Bossi ribadisce: "Chi sta con la Lega sceglie le cose naturali, una famiglia naturale, figli naturali e acqua naturale"23, poi attacca direttamente Rutelli che come sindaco ha consentito il Gay Pride e che da premier permetterebbe una parata omosessuale «in ogni città, invasa dai pistoloni di plastica: ma dove pensate di essere? Spurcaciùn». Annuncia anche al data definitiva della raccolta di firme leghista: "Il 22 ottobre useremo 20.000 gazebo per raccogliere le firme che servano da monito agli eurocrati"24 perché "Il riconoscimento della famiglia omosessuale a me sembra una cosa da ridere", dice. A suo parere "gli omosessuali avranno più interesse alle mutande libere, magari". Minaccia: "Il 7 dicembre a Nizza, alla riunione dei premier europei, sono intenzionato a portare 100-150 mila uomini. Dicono che siamo dei rompicoglioni, ma noi vi rompiamo anche qualcos'altro" perché "I poteri occulti hanno tentato di far passare in Europa, con l'appoggio dei comunisti e delle lobby gay, l'affidamento dei bambini in adozione alle coppie omosessuali. Guai, Europa! Giù le mani dai bambini, sporcaccioni!25.

Il 20 settembre sulla prima pagina de "La Padania" si legge un pubblico scambio di opinioni tra un redattore del quotidiano la Padania, vice capo servizio della redazione Cultura, e il direttore della stessa testata sul tema delle coppie gay, del loro riconoscimento giuridico, della possibilità di adottare bambini. Leggendo interamente la lettera riportata nella pagine interne del quotidiano risulta come ne sia stato "ammorbidito" il contenuto in prima pagina26.
"Caro Direttore, sono omosessuale, sono giornalista, lavoro a la Padania fin dal primo giorno", afferma Roberto Schena. "Non sono mai stato comunista, né massone, ma sono favorevole alle unioni civili e alle adozioni", e continua: "ha senso essere un rispettato professionista se non posso neppure presentare il compagno della mia vita per quello che è e con la stessa dignità di un uomo e di una donna che si mettono insieme? Come potete chiederci, voi persone così perbene, una cosa tanto offensiva e crudele? Non vi sono bastati duemila anni di roghi e di carceri? Voi esigete apertamente la nostra emarginazione, è inutile fingere. Voi volete il nostro abbrutimento per continuare a prendere le misure della nostra miseria, la stessa che in realtà ci regalate: contemplate in noi il vostro modo di essere. Le unioni civili aiutano i gay a inserirsi nella famiglia, li aiuta a essere accettati proprio dalla società che li vuole combattere, altro che sfascio". Risponde il direttore Giuseppe Baiocchi: "No, non sei "fuori"; riconosco che occorre tenere lontana ogni forma di discriminazione nei confronti di qualunque essere umano in ordine al suo privato modo di vivere. Ma, caro collega, per quanto doloroso, difficile e scomodo possa sembrare, non posso condividere le tue idee in materia di unioni civili e adozioni".

Il 21 settembre Bossi chiarisce il suo “pensiero” parlando con i giornalisti a Montecitorio: ''Sono loro (i comunisti, quelli di D'Alema, N.d.C.) che hanno creato un clima permissivo e antipopolare; hanno voluto negare ideologicamente le identità, hanno aperto indiscriminatamente agli immigrati e agli omosessuali, tanto che ora vogliono pure permettergli di adottare i bambini; allora arriva la reazione popolare, ma la colpa è di chi ha creato questo clima''. Bossi ricorre quindi ad una metafora: ''Se uno ruba una cassaforte e gli casca sul piede, la colpa è sua e non della cassaforte. Ora non si lamentino''. Quindi secondo il leader della Lega Nord il clima creato dalla sinistra è alla base delle intimidazioni nei confronti di immigrati e omosessuali.

Il 22 settembre "L'Espresso" propone un'analisi delle dinamiche dell'alleanza tra Bossi e Berlusconi. Si parla di "Una propaganda folcloristica, sgangherata ma che punta dritto al cuore dell'elettorato cattolico più tradizionale: quello contadino della Bassa e delle massaie lombardo-venete che rabbrividiscono davanti alle immagini bossiane delle città invase dai Gay Pride e dai «pistoloni di plastica»", una propaganda che fa comodo al Cavaliere perché "a far contenti vescovi e cardinali ci pensa Umberto il crociato", mentre lui può mantenere la sua immagine di moderato. "L'Espresso" si chiede infine: " qual è il vero prezzo che Berlusconi dovrà pagare alla Lega in cambio dell'appoggio ricevuto per vincere nel 2001?" La "Devolution" non sembra essere sufficiente a causa "degli umori profondi, e per niente patriottici, che tutt'ora bollono nelle viscere padane"27

Il 24 settembre "La Padania" spara in prima pagina "Barricate contro le unioni gay" e pubblica l'ennesima intervista a Bossi. In prima pagina il titolo "Povera famiglia...ai tempi dell'Ulivo". Viene attaccato il Ministro Bellillo e il suo progetto dei "Patti di convivenza" (un progetto decisamente moderato e minimalista rispetto a quelli europei, che prevede niente più che una nuova forma tipizzata di contratto privato) contro i quali la lega promette fuoco e fiamme. Bossi afferma: "Contro la Bellillo, sia ben chiaro, faremo le barricate. È una linea criminale contro la famiglia eterosessuale e contro i bambini. E contro questo crimine la battaglia sarà durissima. È una prova in più che la spinta del mondialismo alla distruzione dei popoli trova nei comunisti gli zelanti esecutori. Lo ripeto e continuerò a ripeterlo a tutti: se propongono questa porcheria, la fermeremo. Ricorreremo a tutti i mezzi: sulle piazze e in Parlamento. Il progetto della Bellillo, creda a Bossi, non passerà». Dopo aver ricordato (altro titolo a tutta pagina) che "La sinistra rende orfana l'Italia" il Bossi pensiero prosegue incolpando i gay della denatalità. Poi se la prende anche con altri: "da decenni, dal '68 per la precisione, è stato intrapreso un tentativo di distruzione della famiglia. Sinistra, massoneria e radicali vogliono creare una razza unica mondiale". Infine la Lega Nord preannuncia battaglia: "Impediremo che, per distruggere la civiltà occidente, vengano imposti i nuovi modelli, famiglia omosessuale e adozioni gay. Faremo barricate contro la legge sulle coppie di fatto, voluta dalla comunista Bellillo: è un atto criminale". Questa "nobile" battaglia vedrà il 22 ottobre i militanti leghisti raccogliere firme contro gli omosessuali. L'ARCIGAY preannuncia una dura risposta.

Il 25 settembre l'ARCIGAY risponde alla revoca del modestissimo finanziamento previsto da parte del Consiglio Regionale della Lombardia per la quindicesima edizione del Festival Internazionale del Cinema Gaylesbico28. "32 progetti culturali per più di un miliardo di contributi. Solo uno di questi è bloccato, per l'opposizione dei due componenti leghisti della commissione consiliare della Regione Lombardia preposta alla valutazione dei progetti" e, continua Sergio Lo Giudice, Presidente di ARCIGAY: "Sulla scia del delirante fanatismo antigay, nuova tendenza dell'Haider della Padania, la lega Nord milanese ha deciso sopprimere l'omosessualità dal panorama culturale della Lombardia […], i leghisti puntano all'apartheid culturale […]. Il ras della Lega incita all'odio eterosessista e alla discriminazione sociale e culturale, calunnia i gay confondendoli con i pedofili, li addita a bersaglio dell'odio sociale, rispolverando quelle congiure pluto-giudaico-massoniche che furono alla base del genocidio degli ebrei in Germania".

Il 26 i giornali riprendono le dichiarazioni sulla cancellazione del finanziamento al Festival ("poco più che simbolico" aggiunge "Il Corriere") e le reazioni alle dichiarazioni dei consiglieri leghisti che sostengono "la cultura gay non è cultura", uno dei quali, Daniele Belotti, aggiunge: "È inaccettabile che un'istituzione finanzi e automaticamente patrocini una rassegna pornografica di film omosessuali"29. Il Festival Internazionale del Cinema Gaylesbico però è tutt’altro che una rassegna pornografica come spiegano gli organizzatori, ripresi il giorno successivo da "La Repubblica"30, ma una prestigiosa manifestazione culturale che si ripete da anni e che richiama da sempre tutti i principali critici cinematografici del paese.

Il 26 settembre l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa approva, con la maggioranza del 77%, una raccomandazione a tutti gli Stati membri a introdurre una completa legislazione antidiscriminatoria, a riconoscere la parità di diritti per le coppie gay e a includere il divieto di discriminazioni basate sull'orientamento sessuale nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti umani e delle libertà fondamentali, il trattato su cui si fonda dal 1949 il Consiglio d'Europa31. Viene cioè approvata proprio quella raccomandazione che nel voto del 30 giugno era saltata a causa dell'ostruzionismo parlamentare dei rappresentanti leghisti (il 30 giugno era stata approvata solo una delle due raccomandazioni che erano state presentate riguardanti i diritti delle persone omosessuali)32. Ne giorni successivi vengono approvate ulteriori raccomandazioni.33

Il 27 settembre "Il Corriere della Sera" analizza le motivazioni di Bossi nella sua campagna di odio verso gli omosessuali. Un target che è una novità per la Lega "perché di virata, e non di poco conto, si tratta. Basti pensare che una delle prime associazioni nate anni fa nella galassia leghista era stata proprio quella degli omosessuali padani. Si chiamava «Los Padania», dove «Los» stava per «Libero Orientamento Sessuale». «Ci siamo costituiti intorno al '97 - racconta il padovano Carlo Manera, allora segretario dei "Los" e ora uscito dal Carroccio - prima ancora delle donne padane o di altri gruppi. Avevamo un nostro spazio nel sito della Lega, rapporti con i dirigenti. C'era un clima laico, di tolleranza. Ricordo addirittura che un ministro ombra del governo della Padania venne a un nostro convegno a Padova e si disse favorevole ai matrimoni tra gay». Ora dei «Los Padania» non c'è traccia. Scomparsi dal sito leghista. E anche dalla Lega".
Il quotidiano rileva come sia obiettivo di Bossi cercare di accaparrarsi "i voti dei cattolici integralisti: i Biffi, i Baget Bozzo, insomma l'ala clerical-conservatrice" perché non c'è "nessun dubbio, comunque, che la crociata contro «la famiglia artificiale», le «barricate contro le unioni gay», magari accompagnati dagli slogan «immigrazione uguale sfacelo», possano rivelarsi ottimi volani per intercettare gli umori cattolici nell'ex «area bianca» del Triveneto e di parte della Lombardia" specie in un momento in cui Bossi "aveva evidentemente bisogno di un tema forte, dopo aver sacrificato il mito della secessione sull'altare dell'accordo bis con Berlusconi"34. Un tema, a ben vedere, ben più estremista di quello della secessione: un tema che porta verso una fuoriuscita dalla civiltà giuridica dell’Europa occidentale, mentre, almeno in teoria, un’ipotetica secessione avrebbe anche potuto essere concepita come il presupposto per la creazione di due Stati successori entrambi democratico-liberali.

Il 28 settembre Lega Nord ed Alleanza Nazionale attaccano in maniera congiunta e pretestuosamente gli omosessuali, traendo spunto dalla messa in onda su TG1 e TG3 dei filmati sulle violenze ai bambini, messa in onda all'origine delle successive dimissioni presentate dai due direttori dei TG.
Roberto Castelli, capogruppo al Senato della Lega Nord, riferendosi alla messa in onda sul TG1 e sul TG3 dei filmati sulle violenze ai bambini, dichiara che "non si tratta di un semplice errore, ma la conseguenza naturale di una cultura di sinistra che porta con sé idee come l'affidamento dei bambini ai gay e il riconoscimento delle coppie di fatto". Gustavo Selva (AN), nel suo contemporaneo intervento alla Camera, attacca direttamente il World Pride e l'attenzione riservata da Gad Lerner a quella manifestazione, perché "con certe scelte si crea un certo clima"35.

Il 3 ottobre viene pubblicata la Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea36. Umberto Bossi, partendo sempre dalla vicenda dei video-choc mandati in onda dai TG, si scaglia prontamente contro le tutele ed i diritti garantiti dalla Carta alle persone omosessuali: "La mia impressione è che è stato voluto non a caso su quei due TG. C'è un progetto dietro: la gente non vuol sentire parlare di nazisti che vogliono dare i bambini alle coppie omosessuali, e anche la sinistra italiana appoggia questa operazione. Qui non lo può fare, perché la gente reagirebbe pesantemente, però lo fa in Europa. I bambini hanno, invece, bisogno di una famiglia naturale e tradizionale. Fra venti giorni, con la raccolta delle firme contro l'affidamento dei bambini alle famiglie omosessuali, ne vedremo delle belle. Sono firme che andranno il 7 dicembre, con centomila uomini a portarle, a Nizza dove ci sono la famiglia Addams e i nazisti che dirigono l'Europa".

Il 4 ottobre gli organizzatori del Festival del Cinema Gaylesbico lanciano una raccolta di firme perché sia ripristinato il finanziamento della Regione Lombardia all'evento36.

Continuano le esternazioni di Bossi. Il 5 ottobre una notizia d'agenzia riporta, tra l’altro, che Bossi si dice comunque convinto che al Nord i "nazicomunisti hanno finito" ed ironizza: "Magari se Rutelli organizza un Gay pride generale qualcuno si può anche divertire e magari prendono voti. Se fosse Carnevale vincerebbero, ma non è sempre Carnevale".37

Il 9 ottobre Bossi parla di famiglia a Telelombardia. "La vera famiglia è solo la famiglia naturale: tutte le altre forme di associazione non vanno discriminate, ma neppure legittimate". "Io non faccio crociate", ha aggiunto Bossi, che poi prorompe: "cosa diamo, la pensione di reversibilità alle coppie omosessuali? E poi, i bambini?". Per Bossi, le coppie di fatto vengono usate dalla sinistra come "cavallo di Troia per far passare la famiglia omosessuale". Quando però gli viene chiesto se secondo lui una coppia formata da un uomo e una donna con figli ma non legata da matrimonio costituisca una famiglia naturale, Bossi risponde: "secondo me sì: la famiglia naturale prevede l'amore tra uomo e donna" infatti, secondo Bossi, "la famiglia di fatto è vicina a quella naturale: si tratta di trovare il marchingegno per dimostrare che l'unione è duratura e con figli, per poi riconoscere dei diritti, come la casa o la reversibilità della pensione". Chiusura, però, verso gli omosessuali: Bossi si dice contrario alla soluzione francese, che riconosce limitati diritti alle coppie omosessuali. Per Bossi, "la famiglia sta ritornando, si ricomincia a fare figli e i comunisti sono preoccupatissimi".38

L'11 ottobre Bossi attacca alcuni articoli della Carte Europea che ritiene "ispirata dai comunisti e dai massoni". Così all'articolo 9, quello sulla famiglia, rileva che "non si parla di famiglia naturale, ma solo di famiglia, cioè in pratica mira a riconoscere la famiglia omosessuale e per conseguenza l'adozione di bambini ad essa"39. Lo stesso giorno si registra il fallimento dell'intesa "bipartisan" sulla Carta dei Diritti a causa dell'opposizione leghista che trascina con sé il “Polo delle Libertà”40.

Il 15 ottobre a Verona viene votata dalla Lega una mozione nella terza circoscrizione, sottoscritta anche dai gruppi del Polo delle Libertà, che prevede una raccolta di firme contro le adozioni da parte di coppie omosessuali. La mozione chiede al Consiglio di "sottoscrivere il documento di condanna di qualunque tentativo porti a minare la famiglia tradizionale, di condannare ogni atto contro natura come immorale, di condannare la richiesta da parte dei circoli omosessuali di adottare bambini"41. Richiesta, come detto, mai avanzata.

Il 16 ottobre il Consiglio Regionale della Lombardia vota sul finanziamento al Festival Internazionale del Cinema Gaylesbico. Il voto avviene a scrutinio segreto ed il finanziamento viene ripristinato a maggioranza, con 35 sì contro 24 no. Una parte del centrodestra quindi, quando ne ha la possibilità grazie allo scrutinio segreto, si schiera a favore del finanziamento e contro le posizioni della Lega42.

Il 17 ottobre Sergio Lo Giudice, presidente di ARCIGAY, annuncia la giornata nazionale contro l'omofobia per il 22 ottobre, in concomitanza con i gazebo della lega, per lanciare "un allarme contro la deriva integralista e reazionaria verso cui Umberto Bossi sta trascinando l'intero Polo delle Libertà individuando come nemico interno proprio la popolazione omosessuale". Per dare una risposta forte a Bossi, ARCIGAY lancia la sua controraccolta di firme, adottando lo slogan: "l'omofobia è una piaga sociale. Questo è quello che va comunicato all'opinione pubblica"43.

Il 19 ottobre il presidente della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, Antonione, esprime il suo sostegno alla raccolta di firme di Bossi: "siamo assolutamente d'accordo con quanto portato avanti dal Carroccio, daremo sicuramente un deciso e convinto sostegno alla raccolta delle firme"44.

Alla vigilia dell'inizio della raccolta di firme leghista, il 21 ottobre, gli europarlamentari rappresentanti delle regioni e dei popoli d'Europa condannano le inaccettabili campagne di odio e di mistificazione condotte da Umberto Bossi e dal movimento Lega Nord ed esprimono solidarietà a gay e lesbiche45.

Il 20 ottobre viene affisso abusivamente a Milano ed in alcune città del Nord il manifesto della Lega contro gli omosessuali che recita: "Firma anche tu nei gazebo. No! alle adozioni contro natura. Petizione monito all'Europa. Adozione per le famiglie naturali e non per le famiglie omosex. Uniti contro la dittatura del mondo alla rovescia".

Il 22 ottobre hanno luogo la raccolta di firme leghista ed in contemporanea la giornata contro l'omofobia promossa da ARCIGAY. Si registra il successo della raccolta di firme di ARCIGAY. I gazebo leghisti, nelle poche città in cui la Lega Nord è stata in grado di organizzarli, sono restati deserti, mentre gli stands di ARCIGAY, a volte organizzati accanto a quelli della Lega, sono molto affollati46. "La Padania" titola: "Duemila gazebo a tutela dei nostri figli", "La raccolta di firme contro le adozioni per le coppie gay è stata snobbata dai politici ma riscuote il consenso della gente", "Diritto alla vita la Lega col Papa", "Da sempre ci battiamo a favore dei valori tradizionali cristiani", "Giù le mani dai nostri bambini", "Sono migliaia i gazebo leghisti disseminati in tutta la Padania per dire no alla adozioni da parte delle coppie omosessuali". Bugia, quest'ultima, visto anche che quelli pubblicati dalla Padania non arrivano a 200, quando dapprincipio "dovevano essere 20 mila i gazebo leghisti per raccogliere firme antigay. Poi sono diventati 2000, poi "alcune migliaia", poi, in realtà, qualche decina con poca gente e poche firme. Doveva durare mesi la campagna omofobica e invece si concluderà oggi per mancanza di adesioni e di consenso. Si profila quindi un clamoroso fallimento della campagna leghista antiomosessuale, poco gradita alla base stessa della Lega che la diserta. Molto alta invece la partecipazione alle iniziative del movimento gay e lesbico contro i gazebo leghisti. Di seguito un parziale elenco delle città in cui si svolge la mobilitazione antirazzista e le adesioni all'iniziativa di ARCIGAY-ARCILESBICA. Milano, Padova, Brescia, Bologna, Firenze, Modena, Venezia, Mestre, Asti, Verona, Roma, Napoli, Palermo, Messina, Catania, Trento, Reggio Emilia, Udine" (servizio del sito gay.it)47.
Nel frattempo, nel tour elettorale dei leader del Polo in Umbria, Bossi ancora una volta si lancia contro gli omosessuali. Ecco alcune frasi contro le coppie gay: "Non bisogna legittimarle, sennò poi tocca procurargli la casa, la pensione e quant'altro...", poi Bossi attacca i documenti preparatori del vertice europeo di Nizza che non vanno bene "perché servono alla sinistra per far passare le sue forzature sulla famiglia omosessuale. Questi qui vogliono soltanto un clima da "mutande libere", altroché!". A Marghera si verificano scontri tra i centri sociali ed i militanti leghisti, uno di questi ultimi, guardia giurata, munito di pistola d'ordinanza48. La stampa nazionale a stento degna di considerazione la manifestazione leghista, mentre dà ampio rilievo all'iniziativa di ARCIGAY49.

Il 24 ottobre "La Padania" annuncia 100,000 firme raccolte contro le coppie gay, falsando spudoratamente la realtà. Bossi annuncia che porterà 250,000 leghista a Nizza (dove verrà approvata la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea) contro le coppie gay. Lo stesso giorno Sergio Lo Giudice, presidente di ARCIGAY, ringrazia i circoli locali per il successo della loro mobilitazione50.
"Il Foglio" titola: "Le vie discrete che portano Bossi dal Dio Po al confessionale" e dà un'interpretazione della nuova linea leghista più vicina all'integralismo religioso51.

Il 29 ottobre su "La Stampa" leggiamo che il Polo ha preparato un documento per rabbonire la Lega contro le coppie gay, un documento sui «limiti» dell'Europa per riuscire ad avere in Parlamento un voto unanime con il centrosinistra sulla carta dei diritti52.

Il 1 novembre si inseguono le reazioni all'aggressione di tre ragazzi gay avvenuta il 28 ottobre in un ristorante di Bologna da parte di quattro poliziotti mentre non erano in servizio e le repliche alle affermazioni del questore Romano Argenio53. La Lega Nord non si unisce alle molte voci di protesta e non condanna l'aggressione54.

Il 2 novembre viene pubblicato il resoconto dell'intervento di Bossi ad un'assemblea leghista a S.Angelo Lodigiano, in cui non si lascia sfuggire l'occasione per sferrare un ulteriore attacco ai diritti dei gay: "quali diritti possano vantare i gay: il diritto di scambiarsi le mutande, forse?"55

In un'agenzia del 9 novembre Bossi ribadisce: "Noi non vogliamo discriminare, noi non vogliamo che venga discriminato un diritto di prima generazione che è la famiglia naturale. Non bisogna discriminare, ma non possiamo legalizzare la famiglia omosessuale. La famiglia è una sola: la famiglia naturale come dice la Costituzione, perché poi dovremmo accettare l'adozione da parte di due uomini e due donne? I bambini hanno bisogno di una famiglia naturale: un uomo e una donna"56.

Il 13 novembre il Parlamento Europeo vota a grande maggioranza a favore della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea57.

Il 2 dicembre le donne padane protestano contro la pubblicità gay. Nel mirino lo spot del nuovo portale di BNL dedicato alla famiglia che, secondo le donne padane, è da vietare perché "suggerisce un modello di famiglia omosessuale"58.

L'8 dicembre viene proclamata a Nizza la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea che vieta le discriminazioni per orientamento sessuale.

Il 9 dicembre la Lega esulta sostenendo di aver "stoppato" la sinistra sulle adozioni, impedendo che il diritto di adottare fosse allargato anche alle coppie gay. "La maggioranza – sostiene il senatore della Lega Piergiorgio Stiffoni - voleva introdurre il diritto alle adozioni dapprima per i single e per le coppie di fatto, per proseguire in seguito con il suo progetto scellerato di affidare i bambini alle coppie gay. Per una volta hanno vinto i cittadini. La Bellillo si deve rendere conto che molti suoi colleghi al Senato, del suo stesso schieramento, anche se per fini elettorali, hanno votato il testo proposto in commissione. Guardi quindi tra i suoi alleati prima di fare certe dichiarazioni''.

Il 15 dicembre sul "Il Venerdì" di "La Repubblica" vengono diffusi i dati dell'inchiesta IARD sui giovani da cui si rileva che "un'esperienza omosessuale, pur criticata con forza dalla società e persino dagli amici, è "ammissibile" per il 46,8 per cento (e il 9,3 non esclude gli possa capitare)". Secondo "Il Venerdì" questo dato "conferma quanto anche altri studi avevano già dimostrato e cioè che l’accettazione dell’omosessualità è tanto più forte quanto più è bassa l’età confermando che l’omofobia è un dato prevalentemente generazionale"56.




{ Pubblicato il: 03.05.2011 }




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