E’ triste doverlo dire, a centocinquant’anni dall’unità d’Italia, ma hanno ragione quegli storici che sottolineano la mancanza, al di là delle fisiologiche e benefiche contrapposizioni politiche, di una qualche comune identità etico-culturale che ci preservi dal degrado civile e perfino estetico in cui stiamo ogni giorno di più precipitando. Chi vive in una piccola città di provincia può osservare certi fenomeni di progressivo deterioramento nelle relazioni fra cittadini assai meglio di quanto non avvenga nelle grandi città. Ma il cattivo esempio arriva ogni giorno da colui che dovrebbe essere la guida politica della nazione e che, pur di salvare ancora per qualche mese o per qualche anno il potere di cui dispone, non esita a gettare fango sulle principali istituzioni dello Stato e a farsi maestro compiaciuto di cinismo. Ci sono davvero due Italie, quella di coloro che, pur fra molti errori, conservano ancora un minimo di decenza e quella di coloro che pensano che la decenza sia un lusso inutile. Si accorgeranno un giorno che non è così, ma la loro punizione non cancellerà tutto il danno che hanno fatto.

{ Pubblicato il: 10.05.2011 }