[27] BONIFATI
PER UNA RISCOSSA LAICORIFORMISTA. La cultura laicoriformista è stata la migliore tradizione politica della sinistra Italiana del periodo repubblicano. Con cultura laicoriformista ci riferiamo a quell’area che ha creato un ponte tra la socialdemocrazia e il liberalismo: Un’area che è stata rappresentata dal partito d’Azione, dal Partito Repubblicano, dai Socialisti Liberali e dai Liberali di Sinistra. Un’area che ha avuto tra le sue fila Gaetano Salvemini, i fratelli Rosselli, Ferruccio Parri, Guido Calogero, Piero Calamandrei, Ugo La Malfa, Leo Valiani, Norberto Bobbio e tante altre personalità che con le loro azioni e pensiero hanno contribuito alla crescita politica e civile dell’Italia. I laicoriformisti hanno avuto una rappresentanza parlamentare limitata, frammentata tra diversi soggetti politici e compressa tra Dc e Pci, ma hanno svolto un ruolo importantissimo caratterizzando la loro azione su tre presupposti:
- Rigorosi principi morali, che si traducevano da un lato in un’intransigente difesa del democrazia e dall’altro nella lotta al familismo amorale e all’illegalità diffusa da esso generato.
- una politica economica che da un lato considerava il mercato concorrenziale come un elemento essenziale per crescita e lo sviluppo dall’altro valutava i limiti, le inefficienze e le ineguaglianze che si creano affidandosi alla sola competizione tra privati. Per questo i laicoriformisti hanno contribuito alla costruzione dello stato sociale e alla difesa del ruolo di indirizzo e intervento intelligente del pubblico in economia.
- la battaglia per i diritti civili ed il superamento del influsso illegittimo esercitato dalla chiesa cattolica nella politica italiana.,
Oggi la cultura laico-riformista non è rappresentata nella politica italiana, e si vede. Il tentativo di avere spazio nel PD è chiaramente fallito perché questo partito è il risultato di un compromesso tattico e politicista tra ex PCI e ex DC. La nascita del PD ha di fatto schiacciato ed annullato la cultura laicoriformsista. Oggi però l’elettorato è molto fluido ed insoddisfatto dell’attuale offerta politica: ci sono spazi per ricreare, una presenza visibile laicoriformista e portare avanti tre obiettivi:
1) affermare che in Italia il primo “spread” vs l’Europa è quello della legalità e dell’etica dei comportamenti pubblici. Vanno combattuti fermamente la criminalità organizzata, la corruzione pubblica, l’evasione fiscale, l’abusivismo edilizio. La classe politica deve essere esempio di comportamento per il paese. Non sono piu’ tollerabili gli enormi sprechi della macchina statale e delle istituzioni, le assunzioni tramite raccomandazioni, il mantenimento di livelli amministrativi costosi ed inutili, i conflitti d’interesse diffusi.
2) proporre una politica economica di sviluppo che miri a liberare le potenzialità del paese: vanno semplificate procedure e burocrazia facendo leva sulle innovazioni tecnologiche ma soprattutto va diminuita la tassazione sul lavoro ed il cuneo fiscale, incrementando la tassazione delle rendite e della ricchezza improduttiva. Bisogna infine intervenire per diminuire il debito pubblico anche con un piano di vendita del patrimonio pubblico che non sia di interesse collettivo. Bisogna però, contemporaneamente difendere un sano ruolo del pubblico in economia. Lo stato e le amministrazioni locali da un lato devono assicurare le pari opportunità a tutti i cittadini, indipendentemente dalle condizioni familiari di partenza e per questo è fondamentale un efficiente sistema di educazione pubblica; devono garantire uno stato sociale che assicuri un livello di vita dignitoso per tutti indipendentemente dai diversi percorsi individuali. Lo stato e le amministrazioni locali hanno però anche il compito di favorire lo sviluppo economico: tramite politiche industriali; investimenti in ricerca, innovazione ed infrastrutture; regolando in modo efficace il mercato; contenendo, soprattutto con azioni a livello europeo e sovranazionale, la finanziarizzazione dell’economia.
3) combattere l’arretratezza in cui l’Italia è rimasta nell’ambito dei diritti civili e rimettere in discussione il costi della chiesa cattolica attualmente riverse sulla collettività. E’ necessaria riproporre all’ordine del giorno del dibattito pubblico il divorzio breve, le coppie di fatto, il matrimonio omosessuale, il tema del fine vita e la modifica della legge sulla fecondazione assistita. Per riaffermare la laicità dello stato è necessario rendere non obbligatorio il finanziamento delle confessioni religiose tramite l’8x1000. E’ inoltre inaccettabile la modalità attuale con cui è gestione dell’ora di religione, con Insegnanti nominati dalla curia e pagati dallo stato e senza alternative di valore per chi sceglie di non frequentala. Va infine fatta rispettare la Costituzione quando afferma che i privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato.
L’obiettivo di ricreare una presenza politica laicoriformista nel dibattito pubblico e nelle istituzioni italiane non è dunque un progetto nostalgico, ma pienamente politico per coprire un vuoto di proposta, sui temi sopracitati; temi a cui il PD non puo’ per sua natura dare risposte. Probabilmente si corre il rischio di passare per illusi e velleitari, oggi, nel parlare della possibilità di ricreare una componente politica laicoriformista, ma forse è piu’ da pazzi, visto lo stato della politica italiana, stare a guardare senza fare nulla.
Riteniamo invece che, oggi, vi siano le condizioni per ricreare una presenza laicoriformista nella politica Italiana ancorata al centrosinistra, ma autonoma e diversa dai soggetti attualmente presenti. Crediamo che la possibilità di ricreare uno spazio politico laioriformista sia legata alla malcontento dell’elettorato; alla domanda di etica dei comportamenti politici; alla mancanza di una credibile proposta economica per uscire dalla crisi; all’arretratezza della legislazione italiana sui diritti ed all’ingerenza ancora praticata dalla chiesa cattolica.
Tre possono essere i passaggi per ricostruire una presenza laicoriformista nella politica Italiana?
Aggregare, in forma di coordinamento, associazioni e singoli che si riconoscono in questa area, ponendo però alcuni chiari paletti programmatici (laicità/legalita’/”liberalsocialismo” economico)per definire l’identità politica del progetto.
Costruire, da un lato un documento programmatico ampio e approfondito che analizzi alle radici problemi e proposte, dall’altro un elenco breve di punti programmatici qualificanti piu’ facilmente comunicabili ad un pubblico ampio.
Intervenire nel dibattito pubblico divulgando le nostre posizioni, ma anche essere pronti ad inserirsi nelle dinamiche politiche, ad esempio partecipando alle primarie per la premiership del centrosinistra. Avere un obiettivo politico-organizzativo concreto e nel breve periodo può essere estremamente importante per aggregare e rendere visibile una nuova soggettività politica laicoriformista.
Daniele Bonifati
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CARDILLO
La partecipazione all'incontro del giorno 3 settembre u.s. è stata, per me, una esperienza significativa e preziosa, che mi ha permesso di conoscere di persona coloro che si sacrificano per mantenere alta una bandiera che segnala un impegno politico alto, coerente, sostenuto da una forte connotazione etica.
Sono disponibile a seguire l'iniziativa che è stata presentata, dando anche l'eventuale contributo di discussione di cui sarò capace.
Segnalo un rischio: quello di ripetere analoghe iniziative, pur sostenute da sincere e condivisibili intenzioni, ma che si arenate in discussioni raffinate di analisi politica, spesso sul versante del passato, ma incapaci di leggere la società presente, soprattutto nel rapporto con le ultime generazioni. Per essere sincero non mi piace molto l'espressione "nativi berlusconiani", che a mio parere denuncia una emotività politica poco realistica. I giovani "digitali" sono in tutte le nazioni avanzate, dove non sanno nemmeno chi sia Berlusconi. I cambiamenti sono planetari (il che non significa che siano positivi), il cambiamento è diventato troppo rapido e la politica stenta ad interpretare questo cambiamento, continuando ad usare un linguaggio ed un apparato concettuale degli anni Ottanta del secolo passato. La capacità di capire la portata di questo cambiamento, le sue ripercussioni sulla mente e sui linguaggi delle ultime generazioni, è la precondizione per una presenza attiva e costruttiva nella fase attuale.
Forse le mie sono soltanto "emozioni", anche poco utili, ma questi pensieri sono affiorati nel mio animo durante il viaggio di ritorno a Formia.
Ve li porgo con umiltà e con spirito di servizio.
Vogliate ricevere i segni della mia grande stima.
Nilo Cardillo
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VITTORIO CIMIOTTA
Ho dato e confermo l’adesione personale alla iniziativa promossa dall’amico Enzo Marzo denominata SPAZIO LIBERO. Questa decisione è motivata dalla scomparsa in Italia di ogni presenza autenticamente laica, liberale, liberalsocialista e azionista. Il nostro paese è pervaso dalla corruzione politica a tutti i livelli e con la manipolazione attraverso i mezzi di comunicazione vengono capovolti i valori civili e politici. Le parole perdono il loro significato, tutti dicono tutto e il contrario di tutto ai fini dell’interesse personale. “Il lupo si traveste da agnello, il despota da liberale, l’indagato si traveste da legislatore“. Vedo la democrazia in pericolo. Per tale motivo occorre unire le coscienze sane della società per la difesa dello STATO DI DIRITTO, della legalità
e della democrazia.
Vittorio Cimiotta
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TERRACCIANO
Mi presento: sono Nicola Terracciano, preside di licei in pensione, tra i fondatori con Garosci, Bortone, Visalberghi del Movimento d'Azione Giustizia e Libertà e con Zevi e Giorgio Parri del Partito d'Azione Liberalsocialista, del quale sono stato tra l'altro consigliere comunale dal 2001 al 2006 nella cittadina di Parete (CE), di 11.000 abitanti, oltre che attuale responsabile giuridico.
Ringrazio l'amico Vittorio Cimiotta per l'invito ed Enzo Marzo per la cortese accoglienza e la promozione dell'incontro prezioso.
Credo che la denominazione di "Italia Spazio Libero" sia troppo generica e non faccia cogliere il vero profilo culturale e politico dell'iniziativa, impedendo ascolto e consenso.
Propongo "Democrazia Laica Liberalsocialista", perchè nelle tre parole c'è la sintesi storico-ideale delle nostre varie fedi e posizioni che tutti può contenere e far convivere in una struttura federativa, da far funzionare con rispetto reciproco, serietà, vera democrazia e incisività. Essa avrebbe la grandi novità di essere una formazione che assume la denominazione della laicità come formale asse portante, ponendo fine ai laici senza volto e nicodemici, che non hanno nemmeno il coraggio di definirsi tali.
La denominazione proposta stringe nelle sue tre parole la tradizione democratica italiana dalle Repubbliche di fine Settecento, dai nostri Martiri Napoletani del 1799(ancora scandalosamente anonimi nel fango del pronao della Chiesa del Carmine a Napoli) a Mazzini, a Garibaldi, a Cavallotti, a Parri, la tradizione laica liberale del mondo moderno, la tradizione liberale e socialista nelle sue espressioni più alte e nobili da Cavour a Gobetti, a Einaudi, a Salvemini, a Giovanni Amendola, a Matteotti, a Ernesto Rossi, a Carlo e Nello Rosselli, a Calogero e Capitini, ai Martiri antifascisti e della Resistenza, ai costruttori e testimoni nobili delle tradizioni laiche della storia repubblicana fino ad oggi.
Le tre denominazioni offrono stelle polari per individuare punti essenziali da mettere all'ordine del giorno, come ad es.:
1) una nuova legge elettorale, che garantisca insieme governabilità e rappresentanza, con il premio di maggioranza al 55 per cento al raggiungimento di almeno il 40 per cento dei consensi al partito o alla coalizione e nessuno sbarramento per i restanti seggi, permettendo la presenza di ogni voce e di ogni tradizione democratica in Parlamento;
2) nessun finanziamento e nessun privilegio alle religioni, che sono associazioni volontarie private, garantite dalle leggi e che devono vivere del contributo libero degli aderenti. Abolizione di concordati e di patti vari;
3) reddito minimo di cittadinanza per uomini e donne a partire dai 18 anni, quando si raggiunge la piena cittadinanza civile e politica, in caso di disoccupazione involontaria. Non è tollerabile che si debba dipendere dalla carità privata o religiosa o familiare, che offende la umana dignità o da indennità provvisorie. La copertura finanziaria è pienamente garantita dalle attuali mille forme di interventi pubblici a pioggia e discrezionali erogati a livello comunale, provinciale, nazionale, che andranno ad alimentare l'unica, universale e automatica forma di assistenza sociale, alla quale devono contribuire anche i pensionati e i cittadini di ogni professione. In cambio si devono garantire ore di lavoro sociale fissate a livello nazionale e l'obbligo di seguire corsi di aggiornamento, per avere più opportunità di inserimento o reinserimento nel lavoro;
4) massima concentrazione delle risorse per una scuola ed una università serie e per la ricerca, eliminando ogni finanziamento a scuole, università, cliniche e policlinici privati. Assunzione del merito e della competenza per ogni posto pubblico dal più semplice al più complesso, con sistemi rigorosi di selezione e di valutazione;
5) razionalizzazione delle forze dell'ordine, dell'organizzazione della magistratura per colpire la endemica criminalità organizzata italiana ed eliminare la insopportabile lunghezza dei processi. Carceri moderne con i detenuti obbligati al lavoro sociale;
6) contribuire a rafforzare sempre più la miracolosa Unione Europea e l'Organizzazione delle Nazioni Unite
Nicola Terracciano
{ Pubblicato il: 08.09.2013 }