redazione
Nessun commentoDi seguito il testo dell'interrogazione a risposta presentata il 25 luglio alla X Commissione (attività produttive, turismo e commercio) della Camera dei Deputati dal M5S a firma dell'on. Danilo Toninelli sulla mancata revoca del titolo di Cavaliere del Lavoro a Silvio Berlusconi in seguito alla condanna ricevuta dallo stesso e passata in giudicato.
Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
la legge n. 194 del 1986, che disciplina la modalità di conferimento dell'onorificenza di «Cavaliere del lavoro» ai cittadini benemeriti in diversi campi dello sviluppo economico, stabilisce all'articolo 4 che essa è attribuita annualmente dal Presidente della Repubblica, sulla base di un elenco di candidati scelto dal Ministro per lo sviluppo economico sulla base delle risultanze istruttorie del Consiglio dell'Ordine dei Cavalieri del lavoro sulle proposte di candidatura provenienti dai ministri competenti;
la stessa legge stabilisce al successivo articolo 13 che incorre nella perdita dell'onorificenza l'insignito che se ne renda indegno;
l'indegnità dovrebbe conseguire logicamente all'accertamento definitivo di gravi responsabilità penali, e in particolare nel caso di condanna passata in giudicato per un reato gravissimo e lesivo per la struttura stessa del tessuto sociale quale la frode fiscale, quando attuata in proporzioni macroscopiche;
è il caso di Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva un anno fa per una frode fiscale di oltre sette milioni di euro, cifra che peraltro si riferisce soltanto alle annualità successive al 2002, mentre secondo i giudici di primo e secondo grado, i fondi neri che costituiscono l'oggetto del reato ammontano all'iperbolica cifra di 280 milioni di euro, sebbene il reato relativamente a tali cifre sia stato prescritto per il decorso del tempo necessario allo svolgimento del giudizio, grazie a leggi che, com’è noto, sono entrate in vigore in virtù dell'intervento dello stesso imputato quali la cosiddetta legge ex-Cirielli;
in questo senso, la sussistenza dell'indegnità è del tutto evidente se si considera che in base alla stessa legge (articolo 3), i requisiti minimi per l'attribuzione della decorazione sono:
a) aver ottenuto una specchiata condotta civile e sociale;
b) aver adempiuto agli obblighi tributari ed aver soddisfatto ogni obbligo previdenziale e assistenziale a favore dei lavoratori;
c) non aver svolto né in Italia, né all'estero attività economiche e commerciali lesive dell'economia nazionale;
requisiti chiaramente contrastanti con la perpetrazione di una qualunque frode fiscale, e tanto più dinnanzi a una frode di queste proporzioni;
peraltro, in virtù delle pene accessorie stabilite in relazione all'accertamento del reato in via definitiva, ai sensi dell'articolo 28 del codice penale, l'interdizione temporanea dai pubblici uffici priva il condannato della capacità di acquistare o di esercitare o di godere, durante l'interdizione, dei gradi e delle dignità accademiche, dei titoli, delle decorazioni o di altre pubbliche insegne nonché di ogni diritto onorifico, inerente a qualunque degli uffici, servizi, gradi o titoli e delle qualità, dignità e decorazioni indicati nella stessa disposizione;
nonostante l'evidente concretezza di queste circostanze, l'onorificenza non è stata revocata;
Silvio Berlusconi si è autosospeso dalla federazione dei Cavalieri del lavoro con una missiva datata 18 marzo 2014, all'indomani della sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato i due anni di interdizione dai pubblici uffici per la stessa vicenda giudiziaria, subito prima che la stessa federazione deliberasse sulla sua posizione. La federazione è tuttavia una semplice associazione di diritto privato, come lo è qualsiasi altra associazione di categoria: l'esclusione dalla stessa non incide sull'attribuzione del titolo onorifico, che invece è ancora attribuito al pregiudicato, come risulta dal sito istituzionale della Presidenza della Repubblica, nella sezione «onorificenze» di «Cavaliere del Lavoro»;
il procedimento per la revoca dell'onorificenza, annunciato ma non attuato, è di competenza del Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Presidente della Repubblica. Secondo la legge (articolo 13), spetta al Ministro la proposta di revoca indirizzata al Capo dello Stato, a cui spetta disporre la revoca con suo decreto;
interrogato al proposito, il Ministro pro tempore all'epoca della condanna in via definitiva, il dottor Flavio Zanonato, secondo la stampa ha risposto di non aver avviato la pratica in attesa della decisione della Cassazione sulle pene accessorie. Tale affermazione appare singolare, dal momento che il procedimento per la revoca dell'onorificenza avrebbe dovuto avviarsi a seguito della condanna, indipendentemente dalle eventuali conferme relative alle pene accessorie, che nulla hanno a che vedere con l'onorificenza, specialmente se si considerano casi recenti e del tutto analoghi come quello di Calisto Tanzi, di cui si dirà;
in ogni caso, quando le pene accessorie sono state confermate dalla Cassazione, un nuovo Ministro era preposto al competente dicastero, a seguito dell'avvicendamento di Matteo Renzi alla guida del Governo;
l'attuale Ministro, dottoressa Federica Guidi, definito dalla stampa vicina al Centrodestra «il ministro berlusconiano del governo Renzi» (Libero, 22 febbraio 2014), raggiunto dalla stampa circa la questione della revoca dell'onorificenza, ha confermato di avere «ben presente il dovere di provvedere per la definizione della revoca dell'onorificenza conferita a Berlusconi» (Corriere della Sera, 11 giugno 2014), impegnandosi «ad essere parte attiva per definire la procedura nei tempi tecnici necessari». A questo proposito merita ricordare che il Ministero dello sviluppo economico ha al suo interno un'apposita struttura preposta alle questioni riguardanti le onorificenze dei Cavalieri del Lavoro, chiamata appunto «Area Onorificenze»;
merita altresì evidenziare, come anticipato, quanto è avvenuto in circostanze del tutto analoghe quando la questione ha coinvolto il fondatore della Parmalat Calisto Tanzi, al quale, condannato in secondo grado dalla corte d'appello di Milano per aggiotaggio il 26 maggio 2010, l'onorificenza è stata revocata dal Presidente della Repubblica il 17 settembre 2010;
in questo caso non è neppure stata attesa la definitiva statuizione sulle accuse, dato che la Cassazione si è pronunciata con forza di giudicato soltanto il successivo 4 maggio 2011. Ma in quel caso la revoca del titolo è giunta addirittura otto mesi prima della pronuncia definitiva. Il Ministro dello sviluppo economico era proprio Silvio Berlusconi, che ha svolto il ruolo ad interim dal 5 maggio 2010 al 4 ottobre 2010;
quali siano le ragioni di una disparità di trattamento tanto manifesta. Con Calisto Tanzi il principale partito del Governo, che è tale in virtù di un premio di maggioranza a giudizio dell'interrogante, antidemocratico e incostituzionale, non aveva stipulato né «larghe intese», né un «patto del Nazareno» –:
per quali motivi gli adempimenti procedurali di competenza non siano stati ancora definiti e in quali modi e tempi intenda adoperarsi per la loro attuazione.
{ Pubblicato il: 03.09.2014 }