redazione
1 commentoI votanti nel prossimo referendum costituzionale devono sapere che i nuovi senatori saranno scelti non dai cittadini ma dai consiglieri regionali all'interno dei gruppi consiliari. E' noto che la classe politica periferica è la più mediocre e la più corrotta. I nuovi senatori avranno l'impunità parlamentare. Così si candideranno coloro che più ne avranno bisogno. Per uno dei tanti errori che infarciscono la riforma renzi-verdini, i senatori potranno avere anche solo 18 anni, mentre per i deputati rimane la soglia dei 25 anni. La riforma sembra fatta a posta per consiglieri regionali che hanno infestato il paese negli scorsi anni. Ve ne ricordiamo due.
RENZO BOSSI. Il primo è Renzo Bossi promosso dal padre a consigliere regionale della Lombardia, per approfittare della sua vasta esperienza politica in qualità di direttore sportivo della selezione di calcio della Padania.
Ma Renzo ha appreso presto come si poteva sfruttare il suo ruolo di consigliere regionale, infatti nell'aprile del 2012, nel corso di una maxi-inchiesta sui finanziamenti del partito, le procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria aprirono alcune indagini giudiziarie sull'utilizzo dei fondi pubblici destinati alla Lega Nord e gestiti dall'allora tesoriere Francesco Belsito. Oltre al coinvolgimento di alcuni dirigenti e amministratori del partito, tra cui Rosy Mauro, Roberto Calderoli e Francesco Speroni, emersero anche indizi relativi all'utilizzo illecito di tali fondi da parte della famiglia Bossi. Intervistato dal settimanale Oggi, Alessandro Marmello, autista e bodyguard personale di Renzo Bossi, denunciò pubblicamente (documentando il tutto con quattro video che aveva registrato con il suo telefono cellulare, e reso pubblici) una serie di comportamenti illegali del consigliere regionale e di appropriazione di denaro pubblico usato da Bossi per acquisti personali. «Non voglio continuare a passare soldi al figlio di Umberto Bossi in questo modo: è denaro contante che ritiro dalle casse della Lega a mio nome, sotto la mia responsabilità. Lui incassa e non fa una piega, se lo mette in tasca come fosse la cosa più naturale del mondo».
A seguito di questo scandalo, Renzo Bossi si dimise da consigliere regionale della Lombardia, anche su richiesta di alcuni settori del partito, che si attivarono per chiederne l'allontanamento dalla Lega Nord.
Nel maggio 2012 venne poi iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Milano con l'accusa di appropriazione indebita riguardo ai rimborsi elettorali. Tra le spese che gli furono contestate ci sono 145.000 euro per 12 multe, due cartelle esattoriali, l'assicurazione dell'auto e l'acquisto per 77.000 euro del titolo di laurea presso l'Università Kristal di Tirana. Agli inizi del mese di dicembre 2013, assieme ad altre nove persone di nazionalità italiana, Renzo Bossi è stato indagato per corruzione e abuso d'ufficio per aver conseguito, come riferito da Saimir Tahiri, ministro dell'Interno albanese "la laurea in scienze sociali senza essere venuto un solo giorno in ateneo e [...] senza aver mai seguito le lezioni nelle università private albanesi".
SE IN QUEGLI ANNI COSI' RECENTI FOSSE STATA VIGENTE LA NUOVA COSTITUZIONE RENZI-VERDINI, RENZO BOSSI SAREBBE SICURAMENTE SENATORE E IMPUNITO.
NICOLE MINETTI. Nella stessa "legislatura" di Bossi figlio 2010 fu eletta consigliera regionale della Lombardia in virtù della sua candidatura all'interno del listino del Presidente Roberto Formigoni[2]; l'inserimento in tale listino garantiva, infatti, alla rosa di candidati l'automatica elezione in caso di vittoria del candidato Presidente a cui erano collegati. ESPERIENZE POLITICHE: dal settembre 2007 al giugno 2008 è stata valletta di Scorie, trasmissione satirica condotta da Nicola Savino su Rai 2. Sempre su Rai 2 è stato il suo debutto tv come inviata per Stelle e note di Natale sotto la direzione artistica di Luciano Silighini Garagnani. Ha partecipato inoltre, col ruolo di "Hit Model" nella primavera del 2009, al programma Colorado Cafè su Italia 1. Viene asserito che la sua candidatura nel listino Formigoni sia stata «voluta a ogni costo» dall'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il quale l'aveva conosciuta presso gli stand Publitalia, dove Minetti lavorava come hostess, e che, secondo le dichiarazioni della donna, le avrebbe regalato in seguito dei bracciali. Le strade di Minetti e Berlusconi incrociano di nuovo in occasione dell'aggressione subita in piazza Duomo dal presidente del Consiglio: durante il ricovero di Berlusconi a seguito delle lesioni subite, Minetti lavorava come igienista dentale al San Raffaele di Milano dove egli fu curato.
Minetti è tornata poi a far parlare di sé alla fine dell'ottobre 2010 in occasione del coinvolgimento nel cosiddetto Ruby-affaire (o Rubygate), il caso della diciassettenne marocchina finita in questura per un sospetto di furto e poi, nel giro di poche ore, rimessa in libertà grazie all'intervento di Palazzo Chigi, con una telefonata di Silvio Berlusconi in persona. Minetti è indagata dalla procura milanese per favoreggiamento della prostituzione. Oltre a lei, figurano nel registro degli indagati l'allora direttore del TG4 Emilio Fede, e il manager e talent scout Lele Mora, già coinvolto con Fabrizio Corona nello scandalo Vallettopoli. Minetti, su richiesta del Premier, si recò nella questura milanese, nella notte del 27 maggio 2010, per sottoscrivere l'affido dell'allora minorenne marocchina, in quel momento trattenuta dalle forze dell'ordine, in quanto su di lei pendeva un sospetto di furto. Minetti ha preso le distanze dalla minorenne, affermando che Ruby è solo una sua conoscente, non un'amica: giustifica la sua andata a notte fonda in questura per prelevarvi la ragazza, come l'adempimento di un favore richiestole direttamente dal premier. Nonostante l'affido familiare della minore ottenuto dal giudice minorile, Minetti nega di aver mai garantito ospitalità alla ragazza. Il 19 luglio 2013 Minetti, assieme agli altri due imputati, viene condannata in primo grado dal Tribunale di Milano nell'ambito del processo Ruby bis a 5 anni di reclusione e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni con l'accusa di favoreggiamento alla prostituzione. Nel 2014 la corte d'appello riduce la pena a 3 anni di reclusione, concedendo di fatto alla stessa la possibilità di chiedere una misura alternativa alla detenzione presso la magistratura di sorveglianza.
SE IN QUEGLI ANNI COSI' RECENTI FOSSE STATA VIGENTE LA NUOVA COSTITUZIONE RENZI-VERDINI, NICOLE MINETTI SAREBBE SICURAMENTE SENATRICE E IMPUNITA.
[Ringraziamo fonte Wikipedia]
{ Pubblicato il: 17.11.2016 }